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Enrico Guidantoni a Pitigliano costruisce cesti, scope e bastoni da buttero. Sono le 14, 30 quando arrivo all’agriturismo Felcetoni a Pitigliano. Enrico Guidantoni ha un appuntamento con me e aspetta in piedi davanti la casa. Io parcheggio e lui siede su una panca poi allaccia le sue scarpe. Sorride e borbotta qualcosa che non capisco. Capisco che devo seguirlo mentre cammina veloce davanti attraversando la sua magnifica azienda agricola maremmana. Lo seguo e ho davanti agli occhi un paesaggio dolcissimo ricco di piante di olivi, di vigneti e galline che scorazzano intorno. Quasi lo rincorro in silenzio.
Cammino e sento, inalo mille odori, vedo trattori, cani, pecore e peperoni puliti disposti simmetricamente su un arcaico barbecue… Penso che per capire tutto quello che fa Enrico Guidantoni insieme alla famiglia nella sua azienda agricola, forse dovrei fermarmi almeno un giorno, ma ho solo un’ora di tempo. Enrico Guidantoni continua a camminare senza girarsi. C’è un solo luogo nella sua azienda che oggi intende mostrarmi: il piccolo laboratorio artigianale e io sono qui per questo. Enrico apre la vecchia porta di legno del laboratorio con grandi chiavi, entro e subito sono invasa dall’odore del finocchio selvaggio. Ditemi pure che non è elegante amare il finocchio selvaggio, è molto più elegante e vintage amare la lavanda! Ma già salivo pensando a come i semi del finocchio selvatico sanno rendere lussoriosa la semplice bistecchina di maiale e paradisiache le patate al forno!
Con tutti i sensi allertati siedo su una panca di legno e mi godo la bellezza della stanza in tufo di Enrico Guidantoni. Qui, i cesti di vimini che lui costruisce con forme, colori e misure diverse, danzano mollemente dal soffitto. Gli angoli del laboratorio sono stracarichi di scope di saggina ed enormi zucche, le mensole nelle nicchie traboccano di vasetti di vetro contenenti spezie. Vicino al camino che ha ancora la sua brace, lunghi e bianchi bastoni da buttero disegnano ombre filamentose sul muro.
Con cosa costruisce i suoi cesti? Chiedo. “Con il Vimini o il Venco come viene chiamato a Pitigliano, mi risponde Enrico. E’ una pianta che cresce nel fiume Lente. I lunghi rami della pianta li raccolgo nel fiume nei mesi di luglio e agosto. I rami vanno puliti dalle foglie, sbucciati con il coltello per farli diventare bianchi. I lunghi rami una volta tagliati li assembro per creare fascine che metto a seccare. Prima di costruire un cesto devo mettere a bagno per 24 ore le fascine di Velco, per rendere il ramo morbido e flessibile, pronto per essere lavorato”.
La costruzione di un cesto si inizia dalla base, serve molta destrezza e forza nelle mani, dopo il lavoro sarà più semplice. Così mi spiega Tiziano, il figlio di Enrico. Enrico Giudantoni ha iniziato a costruire cesti da bambino, seguendo le orme di una zia che da sola costruiva splendidi cesti di vimini usandoli per raccogliere ortaggi nell’orto o funghi nella macchia. I Guidantoni non hanno mai creato un logo o un sito web per pubblicizzare la loro attività artigianale, ormai conosciuta come facente parte degli antichi mestièri della Maremma Toscana.
Enrico conosce tutte le piante che nascono nel fiume Lente a Pitigliano, sa quando tagliarle, sa cosa fare con i semi, con i rami, con gli arbusti delle more. Usa quello che la natura incontaminata e generosa delle Città del Tufo in Maremma Toscana gli offre e con questo lui inventa cesti, ricopre fiaschi, costuisce scope di saggina e bastoni per i butteri Maremmani. Enrico usa con naturalezza e con capacità la natura e le sue mani, per creare qualcosa di prezioso e unico, che qui a Pitigliano non dovrà cessare di esistere.